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"Morte a Venezia" di Thomas Mann con Paolo Panaro il 18 dicembre

L'antitesi fra il passato e il nuovo, tra vecchiaia e gioventù, tra esperienza e innocenza.

Per la stagione 'Légami', a cura del Teatro delle Forche, domenica 18 dicembre, al Teatro Comunale di Massafra (Piazza Garibaldi), andrà in scena “Morte a Venezia” di Thomas Mann.

Nuova produzione Compagnia Diaghilev. Adattamento, regia e interpretazione Paolo Panaro.

Ingresso ore 19.30. Sipario ore 20. 

Prenotazione obbligatoria al numero 3246103258 (anche WhatsApp). Biglietto intero 10 euro / ridotto 8 euro (under 25, over 65, gruppi di almeno 8 persone).

Scritto da Thomas Mann nel 1912, Morte a Venezia è l’affresco della fine di un mondo, quello dell’Europa alle soglie della Prima Guerra Mondiale.

Le magnificenze architettoniche della città lagunare e l’odore putrido del mare, la vivacità del variopinto popolo veneziano e l’insopportabile afa del mortifero scirocco, fanno da sfondo al più classico dei conflitti: l’antitesi fra il passato e il nuovo, tra vecchiaia e gioventù, tra esperienza e innocenza.

Siamo nel 1911. Lo scrittore tedesco Gustav von Aschenbach, stanco dell’austerità della sua esistenza e del rigore con cui, per anni, ha affrontato il suo impegno artistico, decide di passare qualche settimana al mare. Si trasferisce al Lido di Venezia, nell’elegante Hotel des Bains, frequentato da viaggiatori provenienti da ogni parte d’Europa.

Fra gli ospiti incontra Tadzio, un ragazzo polacco in vacanza con la famiglia. Lo scrittore ne rimane affascinato e cade in preda a una passione che presto si trasforma in ossessione. Si mette a pedinarlo; lo sogna.

Un giorno, per caso, scopre che il colera è arrivato in città e che le autorità lagunari stanno facendo di tutto per tenere nascosta la notizia. Venezia sprofonda nel contagio e nella morte, segnando, al contempo, il tramonto della tradizione culturale del vecchio continente. Aschenbach, affaticato, contempla per l’ultima volta la misteriosa, abbagliante e fatale bellezza di Tadzio che, nella luce del mattino, gli indica un punto lontano all’orizzonte.

 

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"GREGURO" restituzione finale della Residenza della Grotta del Mago sabato 10 dicembre

Una leggenda che attraversa i secoli.

È incentrata sulla figura di Mago Greguro, molto nota agli abitanti del territorio rupestre, la Residenza Artistica della Grotta del Mago di Milano, in corso di svolgimento a Massafra (TA), nell’ambito del progetto di Residenze per Artisti nei Territori 2022-24 Futuro Prossimo Venturo, a cura del Teatro delle Forche, con il sostegno della Regione Puglia - in accordo col Ministero della Cultura attraverso l’Intesa Stato/Regioni - e del Comune di Massafra.

Gli artisti Francesco Orlando, Annalisa Santambrogio, Sofia Orlando e Patrick Francipane sono a lavoro per mettere in scena lo spettacolo “Gruguro”, esito dell’attività di studio e ricerca sulla leggenda del mago Greguro, iniziata lo scorso agosto, nella prima parte della Residenza.

Il Mago Greguro è una figura, forse realmente esistita, molto nota agli abitanti del territorio rupestre di Massafra (TA) e dintorni.

Si tratta di un mago (probabilmente alchimista o guaritore, con fama di “stregone”) che, in un imprecisato medioevo, avrebbe abitato un complesso di grotte della gravina di Massafra; una di queste grotte presenta sepolture scavate a 'colombario', denominata "farmacia del Mago Greguro".

Alla figura del mago Greguro viene pure associata una figlia: Magarella, o Margherita, che avrebbe appreso dal padre i segreti delle erbe della gravina.

La leggenda narra di un contrasto fra il sapiente mago-alchimista e un protervo capo, re o igumeno, che sarebbe stato risolto “magicamente” dall’intervento di Margherita.

“Si tratta di una narrazione – spiegano gli artisti – che, al di là del folklore, aggiunge alla forza attrattiva del racconto popolare l’interesse per le radici di un territorio e offre temi archetipici e profondi con cui confrontarsi. I punti principali della nostra indagine sono: il vincolo primario del condizionamento dell’identità; la responsabilità della condizione di figlio o di genitore; il rapporto con l’inatteso e con la diversità, ovvero il peso del coraggio e della forza delle scelte personali.

Nella prima parte di Residenza abbiamo ‘giocato’ le potenzialità sceniche del 'simulacro', attraverso l’uso di materiali ‘deperiti’. Nel soggetto proposto tutto è cosa viva, la natura e gli affreschi delle cripte sono corpo vivo che produce vita.

Gli oggetti e le immagini, i personaggi e il materiale iconografico sono stati parte integrante del percorso, procedendo di pari passo con la ricerca e lo studio delle soluzioni sceniche”.

La Residenza Artistica prevede anche momenti aperti al pubblico.

Mercoledì 7 dicembre, gli artisti incontreranno gli allievi attori del laboratorio di teatro “Légami sul palco”, a cura del Teatro delle Forche; sabato 10 dicembre, invece, doneranno alla comunità territoriale un momento di presentazione e restituzione pubblica del lavoro svolto in questi giorni, con inizio alle ore 18, nel Teatro Comunale “Nicola Resta” (Piazza Garibaldi).

Ingresso libero e gratuito sino ad esaurimento posti.

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