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"LineaMenti - I nuovi volti e confini delle mafie" l'11 marzo

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I nuovi volti e confini delle mafie.
Per la rassegna "Alta la guardia", a cura del Teatro delle Forche, venerdì 11 marzo, alle ore 21, il Teatro delle Condizioni Avverse (Rieti) porta in scena lo spettacolo "LINEAMENTI – I nuovi volti e confini delle mafie".
Di e con Consuelo Cagnati e Andrea Maurizi;liberamente tratto da Alveare - Il dominio invisibile e spietato della 'ndrangheta del Nord di Giuseppe Catozzella - Ed. Rizzoli, Gotica - 'ndrangheta, mafia e camorra oltrepassano la linea di Giovanni Tizian - Ed. Round Robin; realizzato in collaborazione con LIBERA - Associazioni, nomi e numeri contro le mafie.
Lo spettacolo cerca di ricostruire i nuovi volti delle mafie e i nuovi territori in cui si sono sviluppate.
Vuole demolire comicamente il volto di eroe romantico che spesso viene dato alla criminalità organizzata nei film. Vuole svelare i meccanismi che consentono alle mafie di espandersi nel nostro paese (e non solo) fino a indagare le nostre responsabilità.
Molte storie si intersecano attorno a quelle di due giornalisti: Giovanni Tizian e Giuseppe Catozzella, che con i loro libri e con le loro vite hanno reso possibile questo spettacolo. E sono tutte storie che salgono inesorabilmente verso il nord.
Lo spettacolo nasce dall'esigenza di indagare e raccontare come le mafie tradizionali siano cambiate nel corso del tempo, di come si siano trasformate e abbiano cambiato pelle, di come si siano radicate anche nel centro e nel nord della nostra penisola.
I nuovi volti delle mafie sono ora delineati da un mix complesso e variegato di mafie tradizionali, colletti bianchi e delinquenti locali.
I nuovi Boss hanno volti comuni, non più facilmente riconoscibili, nuovi volti in grado di reinvestire il denaro di Cosa nostra, camorra e 'ndrangheta anche nell'economia legale. Politici e imprenditori corrotti del nord tendono la mano alle mafie, chi per paura, chi per arrivismo, tutti però poi ne rimangono stritolati.
Voto di scambio, corruzione elettorale, acquisizione di società tramite usura, riciclaggio, speculazione edilizia, droga, omertà sono fenomeni che, partendo dal sud, hanno risalito inesorabilmente la penisola fino al nord, ed è lì che trovando terreno fertile vi si sono radicati.
Filo conduttore della narrazione saranno le storie e le vite di alcun giornalisti che si sono fatti carico della loro quota di responsabilità e che hanno cercato di descrivere e tracciare i nuovi lineamenti delle mafie di oggi.

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"Sira" domenica 21 febbraio

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Per la rassegna "Alta la guardia" a cura del Teatro delle Forche, la compagnia calabrese Dracma porta in scena lo spettacolo "Sira".
Di Tino Caspanello. Regia di Andrea Naso. Con Tino Calabrò e Andrea Naso.
Con il patrocinio di Libera - Coordinamento provinciale di Vibo Valentia.
"Un appuntamento al buio. Un appuntamento comandato, apparentemente casuale, in cui c'è un ordine da eseguire, una commissione, che si rivelerà essere una specie di iniziazione, alla quale non ci si può sottrarre, perché gli ordini vanno eseguiti, soprattutto quando arrivano dall'alto, da un "alto" che, incurante di etiche, affetti, legalità, costruisce il mondo secondo la logica spietata della sopraffazione.
Due uomini, uno molto giovane, l'altro adulto, due generazioni a confronto, che si guardano al buio come due lottatori su un ring. Vittima e carnefice allo stesso momento.
Nel passato dei due, si scopre, che le scelte dell'uno hanno avuto effetti sulle scelte dell'altro e viceversa, un filo sottile nell'ordine del rapporto causa effetto che applicato ai sentimenti umani si assottiglia sempre più.
Adesso, la vita ripropone quel bivio: il destino di uno dipende dalla scelta dell'altro, una scelta interiore che potrebbe rafforzare, oppure rompere definitivamente, attraverso la disubbidienza, quel tragico filo che ci lega ad una cronaca quotidianamente violenta.
Il dialogo sviscera una dipendenza umana universale, quasi una simbiosi: il professore e l'alunno, il padre e il figlio, l'uomo maturo e l'adolescente, la certezza e il dubbio, la forza e l'incertezza, finché la strada della vita non ci presenta il "bivio", la scelta decisiva. Si vince solo se si trova la forza di dire di no agli eventi della vita, quasi sempre determinati dalla volontà di qualcuno.

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"U parrinu" il 9 gennaio

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«Era da tempo che sentivo l'urgenza, la necessità, di rendere onore alla memoria di don Pino, utilizzando gli strumenti della mia professione ... L'ho conosciuto grazie a mia madre, che è siciliana, e che l'ha avuto come guida spirituale, confessore, insegnante di religione e, infine, amico, fin dai tempi del collegio».

Per la rassegna "Alta la guardia" a cura del Teatro delle Forche, sabato 9 gennaio 2016, alle ore 21.00, nel Teatro Comunale "Nicola Resta" di Massafra (Piazza Garibaldi),
l'attore e pedagogo teatrale Christian Di Domenico porterà in scena lo spettacolo "U parrinu - La mia storia con Padre Pino Puglisi ucciso dalla mafia".

A più di vent'anni dalla morte, l'attore ha ricordato la figura di don Puglisi, il prete ammazzato dalla mafia a Palermo perché impegnato a togliere dalla strada ragazzi e bambini e a dar loro una formazione che li allontanasse dal sistema mafioso.

"U parrinu" è «una storia semplice, narrazione di un attore solo con na pocu di musica. Nu ricordu sfumato, che si snoda tra fatti di cronaca, politica e lotta sin da quella prima giornata di mare coi bambini du parrinu strano coi calzoni», spiega Di Domenico, che frequentava don Puglisi, perché amico di famiglia.

«E' stato lui a sposare i miei genitori. Quando aveva qualche giorno libero – ricorda -, veniva a trascorrerlo con la mia famiglia. Era strano avere un prete in casa. Con lui si dicevano le preghiere a tavola e certe cose, in sua presenza, era difficile anche solo pensarle...
"Quelli che pensano troppo prima di muovere un passo, trascorrono la vita su un piede solo". Questa è una delle celebri frasi di Padre Pino Puglisi che mi è servita da monito».

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