"Croce e fisarmonica" domenica 9 novembre
Per la rassegna “Mutazioni d’autunno”, domenica 9 novembre, alle ore 20, nel Teatro Comunale di Massafra (Piazza Garibaldi), andrà in scena “Croce e fisarmonica” se passi da casa mia: fermati, racconto teatrale di Carlo Bruni ed Enrico Messina dedicato a don Tonino Bello.
Uno spettacolo prodotto da Armamaxa teatro e Centro Diaghilev, vincitore della III edizione dei “Teatri del Sacro” di Lucca. Con Enrico Messina e Mirko Lodedo, regia di Carlo Bruni, musiche originali Mirko Lodedo.
Banalizzando, si usa contrapporre alla felicità il dolore, ma se un uomo, morso violentemente da un cancro, decide, nel dicembre del ’92, di partire per Sarajevo per invocare il primato della pace, proprio sulla soglia tragica di una guerra, sta soffrendo o gioisce?
Antonio Bello è stato vescovo e presidente nazionale di Pax Christi. Nato ad Alessano (Le) nel 1935, è morto a cinquantotto anni, nell’aprile del ’93, a Molfetta, in episcopio. Nella sua casa natale, fra molti ricordi, regali, testimonianze d’affetto, c’è il disegno di una bambina delle elementari che lo ritrae, in piedi, su di una fragile e variopinta barchetta a vela, braccia larghe e mani che tengono rispettivamente una croce ed una fisarmonica.
Prediligendo il potere dei segni ai segni del potere, don Tonino Bello ha esercitato il suo mandato coniugando uno straordinario rigore evangelico, con un anticonformismo capace di spiazzare i più arditi rivoluzionari; associando a una fede profonda, una laicità che a molti, ancora oggi, sembrerebbe paradossale per un prete: tenendo insieme croce e fisarmonica.
E’ difficile trovare qualcuno dalle nostre parti, con più di trent’anni, che non abbia un episodio da raccontare, una testimonianza del proprio rapporto con questo pastore salentino. Ma il nostro lavoro non tenta una sintesi di quel ricchissimo patrimonio, non costruisce un reliquiario, per quanto venerabile, in cui esporlo. Vuole piuttosto ricavare l’impronta di un passaggio, perché, per quanto profonda, non rischi d’essere cancellata dal folklore o allontanata da una meritata santificazione.
Questo lavoro tenta di esercitare una fede “laica” nell’uomo, attraverso la ricostruzione mitica della figura di un religioso. Talvolta si attribuisce al mito un senso d’irrealtà, addirittura di falsità, mentre nella tradizione classica il mito rappresenta un punto elevato di sintesi: un punto di riferimento capace di favorire coesione sociale, culturale, etica; di definire un orizzonte comune.
Ecco: il nostro è il racconto di un mito. Il sud, la fede, l’impegno sociale, riformatore, pacifista, sono coordinate di una rotta che percorriamo con la cadenza di una ballata, perché questa storia ci resti dentro come una buona canzone.
Info e prenotazioni: 0998801932/ 3497148766.
Biglietto intero 10 euro. Biglietto ridotto 8 euro (per gli under 25, gli over 65, i possessori di Agis Card e per gruppi di almeno 5 persone).
E per i piccoli, prosegue il progetto “Li lascio a Teatro”, attività creative teatrali di lettura destinate ai bambini, nella Biblioteca Comunale dei Piccoli “Favolandia”, mentre i genitori assistono agli spettacoli di drammaturgia contemporanea nel Teatro Comunale. Servizio gratuito su prenotazione almeno un giorno prima dell’evento.
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