"La rivoluzione perduta dei poeti" lunedì 3 agosto
Lunedì 3 agosto 2020, nel quartiere Gesù Bambino di Massafra, in Piazza Scarano, si terrà la presentazione del libro "La rivoluzione perduta dei poeti" (Casa Editrice Polaris) del giornalista e fotografo Andrea Semplici.
L'iniziativa è a cura del Teatro Le Forche e dell'associazione culturale “Il Serraglio” e rientra tra gli eventi culturali del progetto "PERIFERIE INFINITE. Dalle periferie locali alle periferie mondiali" - sostenuto attraverso l’avviso pubblico "Periferie al centro", intervento di inclusione culturale e sociale della Regione Puglia – Assessorato all'Industria Turistica e Culturale e Assessorato al Bilancio e programmazione unitaria, Politiche Giovanili, Sport per tutti, coordinato dal Teatro Pubblico Pugliese - e tra gli appuntamenti del cartellone estivo del Comune di Massafra.
“Il 19 luglio del 1979, i sandinisti entrano a Managua. Il tiranno, Tacho Somoza, el malo, era fuggito due giorni prima. E’ l’ultima Rivoluzione del ‘900. E’ accaduto l’impensabile. Nel Centroamerica, un movimento armato conquista la libertà di un paese, da sempre considerato ‘terra privata’ degli Stati Uniti.
E’ la Rivoluzione dei poeti. In Nicaragua todos son poetas. I poeti hanno sparato, hanno ucciso e sono stati uccisi. Nel primo governo rivoluzionario vi erano cinque poeti. Raccontano che la prima legge del nuovo Nicaragua sia stata una poesia. Non è vero, ma tutti lo credono. Il sandinismo era l’immaginazione al potere.
Io arrivo a Managua nell’estate del 1980. Per vedere la Rivoluzione. Non ero il solo. Per dieci anni qui sono passati frotte di scrittori, poeti, artisti, quattro premi Nobel, intellettuali, cantanti. Poi, il sogno è finito. Ma non è svanito: è rimasto nell’aria. La poesia non è scomparsa: il terzo, fra i paesi più poveri del Latinoamerica, scrive ancora poesie. Le legge. Le ascolta. Si appassiona. Chiedi a un ragazzino cosa vuol fare da grande e ti risponderà: il poeta. Come è possibile? Come è possibile che la poesia sia nelle vene della gente del Nicaragua?
Sono tornato in Nicaragua trentacinque anni dopo. E ho ritrovato i poeti. E non potevo andarmene senza raccontare la loro storia. E raccontare dei poeti è stato fare in conti con me stesso. Con la mia vita.
I poeti non hanno saputo costruire il sogno di una Rivoluzione. Platone li aveva avvertiti. Vi è anche lui fra la folla di personaggi che viaggia per il Nicaragua. I poeti replicano al filosofo: noi siamo stati capaci di farla e di immaginarla una Rivoluzione. E continuare a immaginarla è importante. I poeti hanno riso molto, hanno pianto molto in Nicaragua. Questo libro racconta di queste lacrime e di queste risate. Racconta di un fallimento e di un trionfo.”
L’ingresso è libero, nel rispetto della normativa volta al contrasto della diffusione del contagio da Covid-19.
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