"STAY HUNGRY – Indagine di un affamato" con Angelo Campolo il 27 novembre
Un racconto potente che nasce dall’esperienza personale e quotidiana dell’incontro e dell’ascolto con l’altro. Angelo Campolo ci conduce nei suoi laboratori in riva allo Stretto dove, attraverso il suo personale approccio creativo, l'incontro con un gruppo di giovani migranti segna l'inizio di un'avventura speciale.
Il gioco del teatro si trasforma in uno strumento per leggere il presente ed affrontare la vita.
Domenica 27 novembre, a Massafra (TA), in scena STAY HUNGRY – Indagine di un affamato, di e con Angelo Campolo, per la stagione teatrale 2022/23 "Légami", a cura del Teatro delle Forche, nell'ambito del progetto di Residenze per Artisti nei Territori 2022-24 "Futuro Prossimo Venturo".
Spettacolo vincitore del premio In-Box 2020, del Nolo Milano FRINGE FESTIVAL 2019 e del bando SILLUMINA NUOVE OPERE di SIAE E MIBACT.
Teatro Comunale 'Nicola Resta' (Piazza Garibaldi). Ingresso ore 19.30. Sipario ore 20.00.
Posti limitati e prenotazione obbligatoria al numero 3246103258 (anche WhatsApp). Biglietto intero 10 euro / ridotto 8 euro (under 25, over 65, gruppi di almeno 8 persone).
Spettacolo di e con Angelo Campolo. Ideazione scenica Giulia Drogo. Assistente alla regia Antonio Previti. Direzione tecnica Maria Virzì. Segreteria di produzione Mariagrazia Coco. Una produzione compagnia DAF.
La compilazione di un ennesimo bando a tema sociale diventa il pretesto per il racconto aperto al pubblico dell’avventura di Angelo, attore e regista messinese, diviso tra Milano e Messina, impegnato in un percorso di ricerca teatrale nei centri di accoglienza in riva allo stretto. Il monito di Steve Jobs, “Stay Hungry”, risuona in chiave beffarda nel caleidoscopio di storie umane, da Nord a Sud, che attraversano i ricordi di questa autobiografia, in cui vittime e carnefici si confondono, bene e male sono divisi da confini incerti e tutti i personaggi sono segnati, ciascuno a suo modo, da una “fame” di amore e conoscenza, in un tempo di vuoti che diventano voragini.
Il racconto di un’Italia che schizofrenicamente ha aperto e poi richiuso le porte dell’accoglienza, lasciando per strada storie, sogni, progetti, relazioni umane avviate al grido (eccessivamente entusiastico) di Integrazione. Nel racconto di Angelo, teatranti e migranti si ritrovano insieme, sempre con minor occasione di colmare la propria fame di vita e di senso in una società come la nostra, ritrovando nel gioco del teatro un’arma inaspettata per affrontare la vita.
L'ideazione scenica curata da Giulia Drogo prevede un impianto semplice, come richiesto dallo spettacolo che deve adattarsi in diverse tipologie di spazi. La scena, idealmente divisa in due sezioni, prevede sul fondo un'area di ricerca (tavolo, computer, microfoni, schermo sul quale proiettare il materiale richiesto dal bando che scandisce i capitoli della narrazione) e davanti, in proscenio, a contatto con gli spettatori, lo spazio/laboratorio dedicato al racconto, lì dove i numeri e le fredde categorie burocratiche si traducono in anime, volti, storie, nomi, rivissuti da Angelo in un dialogo confidenziale e appassionato con il pubblico.